Questa potrebbe essere una risposta fantastica in un momento in cui l'omofobia sembra aver trovato un nuovo terreno in Francia, a seguito del pesante dibattito sull'uguaglianza matrimoniale: in Gran Bretagna, un artista, Paul Harfleet, ha deciso di combatterla con... i fiori.
L'idea del"Pansy Project" è quella di piantare delle viole del pensiero nei luoghi in cui si sono verificate aggressioni omofobe, scattare una foto del fragile fiore, aggiungere una didascalia scioccante, ispirata alla violenza dell'aggressione ("Vaffanculo e muori frocio!"o "Il negro è un frocio!"per esempio) e condividerla in rete.
Il progetto è nato nel 2005 a Manchester, dopo che l'artista stesso ha subito abusi omofobici. Perché pansies? Perché "pansy" ha un doppio significato: è sia il fiore (che deriva dalla parola francese "penser" = pensare) sia un insulto omofobico.
Piantare questo fiore il più vicino possibile alla scena dell'aggressione, verbale o fisica, a volte mortale, è un modo per l'artista di regolare la memoria di ogni luogo che ha l'effetto di sovrapporre l'evento ricordato nella mente dei partecipanti con un'associazione più positiva. E di allertare.
Il progetto si è diffuso in tutto il Regno Unito, ma anche a Berlino, New York, Istanbul, Austria e Irlanda del Nord. Il 17 maggio, Giornata internazionale contro l'omofobia e alla vigilia del Brussels pride, verranno piantate delle viole a Bruxelles, nei luoghi dei recenti attacchi omofobi (per maggiori informazioni, visita il sito web di Rainbow House)
"Tu, fottuta checca!", Whitworth Street, Manchester
"Sacchi dell'immondizia, gravi percosse, ricovero in ospedale!" Per Kevin Aviance, East Village, New York
"Fottuta cacca!" Oxford Street, Londra
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